La Tatulli, direttrice dell’Accademia Eutheca, attrice e regista di questo Shakespeare si sfida mettendo in scena oltre 20 attori per ben 18 repliche.
Uno spettacolo che nasce da un lavoro di ricerca durato 3 mesi, lavoro che rientra nel progetto Advanced Theater Research: una proposta di seminari di perfezionamento teatrale promosso dall'Accademia con l'obbiettivo di offrire agli artisti sessioni di studio dedicate alla ricerca teatrale.
L'Enrico VIII fu l'ultima opera teatrale scritta da Shakespeare e appare il proseguimento ideale dei 'romances', drammi finali del suo itinerario teatrale.
La tragedia si svolge nel periodo centrale della vita del re: la fine del matrimonio con Caterina d'Aragona, incapace di dare al sovrano l'erede maschio che lui pretendeva, lo strappo con la Chiesa di Roma, il matrimonio con Anna Bolena e la nascita di Elisabetta.
Entriamo nel Teatro Eutheca abbattendo le barriere del teatro tradizionale. Il pubblico si ritrova letteralmente catapultato nella vicenda. L'utilizzo dello spazio scenico polidimensionale abolisce il palcoscenico e offre una maggiore libertà all'azione teatrale e permette di partecipare attivamente alle vicende interagendo con gli attori. Ecco che il pubblico si ritrova seduto in scena, coinvolto nelle danze, partecipe dei pensieri e dei turbamenti di Caterina, Enrico e Wosley, e come in un museo si guarda intorno spiazzato ogni volta dall'entrata dei protagonisti che si materializzano in ogni angolo del teatro.
Quello che la Tatulli ci offre è un viaggio nelle vite dei personaggi, un viaggio "insieme" ai personaggi che senza remore ci aprono le porte dei loro cuori mostrandoci le sfaccettature dell'animo umano.
Federica Iris
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