FINALISTA PREMIO CALCANTE PER LA DRAMMATURGIA 2011
Quattro mura, gabbia in cemento di silenzi e sofferenza dentro cui, tra le minacce e la violenza della persona amata, si spengono le vite di donne maltrattate, private di sogni e presente, di speranze e futuro.
La voce della denuncia di un fenomeno sempre più diffuso giunge a teatro, messo in scena dalla società di produzione “Intergea”, che nell’ambito della rassegna “Sguardi s-velati: punti di vista al femminile”, in programma a Roma dal 28 al 30 ottobre prossimi sul palco del Teatro Due Roma, presenta l’opera drammatica “Nel nome del padre”, per la regia di Domenico Laddaga. Sul palco, Terry Paternoster: l’attrice appulo-lucana, talento affermato della nuova generazione teatrale italiana, assurta alle cronache per la magistrale interpretazione offerta nella rivisitazione della fiaba apuleiana di “Amore e Psiche”, dopo aver portato la pièce alla finale della dodicesima edizione del premio Calcante (promosso dalla Società italiana degli autori drammatici), si cimenta ora in una nuova, convincente interpretazione drammatica.
“Nel nome del padre” è il racconto di una violenza familiare, risultato di una testimonianza diretta, raccolta in anonimato e rielaborata drammaturgicamente. Il presente, il ricordo e la figurazione, sono i tre punti di snodo della storia, proposta in una struttura narrativa a frammenti. Trascinato fuori dal limite cronologico, lo spettatore viene coinvolto in una continua ricerca di legame e di senso, in un unico grande climax emozionale, che lascerà, solo alla fine, spazio alle considerazioni. Nella prima parte, ritroviamo la protagonista, Lucia, ormai donna, che si rivolge ad un immaginario interlocutore, al quale si racconta, fingendosi un’altra, con una storia che si crederà vera, almeno all’apparenza, fino a quando nella seconda parte, entreranno in scena la nonna Rosina e la mamma Carmela, come proiezioni della sua mente.
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