lunedì 26 settembre 2011
Settemilanovecento meli storia di Sof’ja e Lev Tolstoj
drammaturgia e regia Lorenzo Maria Muccicon Elisa Proietti e Luigi Ragoni
‘la stanza di garza’ e oggetti di scena Beatrice Meoni
costumi Sartoria Teatrale Fiorentina
allestimento tecnico Fondazione Teatro di Pisa
organizzazione e promozione Monica Drusian e Jonathan Retico
una produzione Altredestinazioniteatro http://www.altredestinazioniteatro.it/
“Per il genio bisogna creare un ambiente tranquillo, allegro, comodo; al genio bisogna dare da mangiare,
bisogna lavarlo, vestirlo, bisogna trascrivere le sue opere un numero infinito di volte, bisogna amarlo,
non fornire pretesti per la sua gelosia, perché sia sereno; bisogna nutrire ed educare gli innumerevoli
figli che il genio procrea, con cui però si annoia e non trova il tempo di stare, perché deve comunicare
con i vari Epitteto, Socrate e Buddha e deve lui stesso tentare di diventare uno di loro.
E quando i componenti della cerchia familiare hanno dato tutto - giovinezza, forze, bellezza - per servire
questi geni, si sentono rimproverare di non averli capiti abbastanza.”
S. Tolstaja, I Diari
“Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”
L. Tolstoj, A. Karenina
Negli ultimi anni, diversi studi hanno rivalutato il ruolo e la figura di Sof’ja Tolstaja nella biografia
dell’illustre marito.
Numerosi testi (da cui sono stati tratti anche film) hanno scandagliato la loro
relazione ripercorrendone soprattutto gli ultimi anni.
La lettura dei diari che Sof’ja tenne dal 1862 – anno in cui, 18 anni appena compiuti, sposò Lev
Nikolaevič – fino al 1910, anno della morte dello scrittore, illuminano aspetti diversi di un sodalizio
familiare durato 48 anni e che fu messo a dura prova dalla personalità del grande Tolstoj, uomo
ammirato da tutto il mondo in quegli stessi anni e ancora oggi. Basti pensare che la morte di
Tolstoj nello sperduto villaggio di Astapovo fu uno dei primi eventi ‘mediatici’, seguito dalla stampa
dell’epoca “in diretta” con decine di giornalisti, fotografi e perfino cineoperatori che si recarono sul posto.
I diari di Sof’ja ci raccontano di una donna intelligente e con ambizioni artistiche che precedono
l’incontro con Tolstoj. Una donna che pur amando profondamente il proprio compagno e ammirandone
il genio rivendica comunque una propria autonomia.
Insieme ai diari di Lev ci raccontano di un uomo dalla personalità complessa, di un uomo che fa leggere
alla giovane sposa i propri diari in cui racconta tutte le sue precedenti storie amorose. Di un uomo che
fonda una rivista sull’educazione ma non si occupa minimamente dei figli. Ci raccontano di una vita
reale che fertilizza – o forse contamina – l’immaginazione dello scrittore.
Abbiamo scelto di occuparci dei primi anni di matrimonio fino alla notte in cui, per la prima volta, Lev
Tolstoj si allontana volontariamente dalla propria casa e dalla propria famiglia. Abbiamo cioè cercato di
comprendere la nascita della relazione tra Lev e Sof’ja.
I meli sono una presenza costante nella biografia di Lev Tolstoj. Piantati inizialmente nella tenuta di
Jasnaja Poljana dalla madre di Lev, il meleto fu incrementato, rispettando la tradizione, in occasione del
matrimonio tra Lev e Sof’ja. Molti sono i riferimenti ai meli che si trovano nei diari e nelle lettere fino al
1903, quando Tolstoj pianta personalmente – facendoli arrivare dall’Italia – 7900 meli. Ci è sembrato
questo un gesto tipico per il grande scrittore, per il quale sembra sempre assolutamente necessario
andare fino alla radice di ogni storia. Da questo episodio prende il titolo il nostro spettacolo.
I diari di Sof’ja, i diari e le opere di Lev. La realtà e la fantasia letteraria: da questo corto circuito nasce
lo spettacolo. Rileggere quelle pagine nel tentativo di immaginare la vera vita ma anche di aprire uno
spiraglio per guardare la vita confondersi con l’immaginazione.
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