martedì 20 dicembre 2011

Infinito futuro: se oggi proviamo ad immaginare il futuro, cosa vediamo?

La democrazia in cui viviamo ci porterà sempre più verso una libertà di scelta consapevole e pura? O piuttosto, non farà di noi dei banali acquirenti, pedine assoggettate alle regole del consumo, che vivono nell'illusione di poter scegliere liberamente solo perché viene loro proposta una infinita serie di prodotti, cibi, riti, informazioni?

Antonio Sanna (sceneggiatore, regista e attore) ci propone la sua versione, liberamente tratta da 1984 di George Orwell, di cui indiscussi protagonisti sono la parola e lo spazio.

La Sala Grande del Teatro dell'Orologio (dove lo spettacolo è andato in scena dal 22 Novembre al 18 Dicembre) è stata rivisitata per annullare completamente la quarta parete. Sette attori, sette protagonisti casuali del dramma che si sta per compiere, siedono fra il pubblico e conducono la loro folle esistenza nel nome della democrazia e della pace, al suono di slogan alienanti che scandiscono i ritmi della quotidianità. E' a tutto questo che i due protagonisti, Eclarius e Julia, si ribellano segretamente, sfuggendo ai ritmi imposti del sistema e amandosi in un luogo e in un modo non previsti dall'onnipresente Grande Fratello.
“Infinito Futuro” è infatti la presa di coscienza che la vera libertà non è “proporzionale al numero di opzioni disponibili”, ma è “uno stato interiore legato alla capacità di scelta, anche fra due sole possibilità”.
La scelta registica di far vivere i personaggi tra gli spettatori, in uno spazio che è palco ed è anche platea, ci coinvolge nel dramma, rendendoci partecipi, noi pubblico, della mistificazione della verità e della crisi, che capiamo essere non solo quella dei sette personaggi sulla scena (alcuni talmente grotteschi da ricordare il Brazil di Terry Gilliam), ma dell'intera umanità. Proprio per questa vicinanza il finale risulta particolarmente efficace. L'angoscia e l'impotenza del protagonista sono le nostre. Ed uscendo, è facile pensare che un Futuro Infinito come quello appena vissuto, non sia poi tanto impossibile.

Sul  Teatro

Nessun commento: