giovedì 24 febbraio 2011

NINETTA E LE ALTRE (le marocchinate del '44)


L'ass. culturale Errare Persona

presenta un'iniziativa realizzata in collaborazione con

Provincia di Frosinone

Regione Lazio

con il patrocinio dell'Università di Cassino

comunicato stampa

con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione


NINETTA E LE ALTRE

(le marocchinate del '44)

Sacra rappresentazione in XIV Stazioni


Il sangue e la terra, la bellezza e la violenza. Da un terreno del genere, i Greci fecero fiorire miti avvincenti, popolati di creature ctonie, dèi inclini alla vendetta e alla promiscuità con i mortali e uomini in grado di sfidare la volontà di Zeus. E un mito, del resto, spiega la nascita della Ciociaria: secondo leggenda, infatti, dopo la cacciata dall'Olimpo, Chronos si rifugiò qui, diventando il dio Saturno dei Latini. È in questa terra -che sin dalla leggendaria nascita rivela un carattere contradditorio, inquietante, un afflato tragico e insieme beffardo – che si svolgono i fatti narrati da “Ninetta e le altre – le marocchinate del ‘44”, pièce scritta, interpretata e diretta da Damiana Leone che sarà portata in scena al Teatro Due di Roma (vicolo due Macelli 37; info 06-6788259) dal 25 al 27 febbraio, nell'ambito della rassegna al femminile (che vede 14 compagnie alternarsi nello spazio di 7 settimane) dal titolo "Sguardi svelati", con il Patrocinio di Roma Capitale, Regione Lazio, Provincia di Roma, Casa Internazionale delle Donne.



Lo spettacolo, già vincitore del Festival “Chimere” di Padova, patrocinato da Amnesty International, è frutto di un lavoro di ricerca sulle fonti condotto da Damiana Leone durato oltre un anno su fatti terribili e che tuttora costituiscono una delle pagine misconosciute della nostra storia recente: gli stupri di cui si resero responsabili i goumiers francesi nel basso Lazio durante la seconda guerra mondiale. “Ninetta e le altre” fa inoltre parte del progetto “Racconta la Guerra”, promosso dall’associazione ErrarePersona e dalla Provincia di Frosinone, con la collaborazione dello storico Antony Santilli. Scopo del progetto è una ricerca storica delle testimonianze sul territorio con la partecipazione degli istituti scolastici superiori del Basso Lazio.


“Per non dimenticare e parlare di donne innocenti dimenticate, vittime di guerre a volte anch'esse dimenticate, iniziamo a riparlare di noi perché la Storia si ripete troppo spesso anche nel civilissimo occidente. La guerra la fanno sempre gli uomini ma le donne sono costrette a subirla”, si legge nelle note di regia.


Sul palco con la stessa regista (nel ruolo di Ninetta), Consuelo Cagnati (Maria) e Francesca Reina (Celeste).


Lo spettacolo, nei mesi scorsi, è andato in scena in più comuni frusinati, in luoghi dalla forte valenza simbolica (a Vallecorsa, ad esempio, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove fu girata la sequenza dello stupro de La Ciociara, o a Cassino, città martire, nell'Aula Pacis dell'Università), quasi a suggerire la possibilità, attraverso una finzione scenica che attinge la sua verità da ferite ancora vive e non rimarginate, di una catarsi, di una riconciliazione con una storia insanguinata e con un territorio orribilmente straziato, oltre sessant’anni fa, da dolore e distruzione. La scena si svolge nel maggio 1944: sul fronte di Montecassino, sulla Linea Gustav, dopo mesi di battaglie sanguinose tra alleati e tedeschi, bombardamenti a tappeto ed effetti devastanti sulla popolazione civile, migliaia di donne vengono violentate e brutalizzate dalle truppe speciali francesi. “Parliamo di loro per parlare di tutte le donne vittime di stupri di guerra. Parliamo di stupro come crimine e non come effetto collaterale della guerra”, spiega Damiana Leone nelle note di regia. Una storia in cui lo “stupro di guerra” diventa un simbolo, in cui il corpo della donna viene martirizzato, riceve violenza al pari di una terra percorsa da violenze e distruzione.


Strutturato come una sacra rappresentazione in 14 stazioni, lo spettacolo racconta la storia di tre donne, di cui due ciociare e una veneta, a testimonianza dei veneti che colonizzarono l’Agro pontino ai tempi della bonifica fatta da Mussolini. La vita di queste donne scorre tra il lavoro quotidiano nei campi e l’attesa di un amore, una vita che ha un andamento circolare. Fino all’incontro con la brutalità della guerra. E degli uomini.


"Siamo molto contenti di debuttare a Roma - ha detto la regista, interprete e autrice della pièce, Damiana Leone - e di portare la vicenda di Ninetta e di tutte le altre donne ciociare, a torto non ancora considerate eroine di guerra, all'attenzione del pubblico romano. La carica emozionale della storia raccontata sul palco sarà ampliata dalla presenza di testimonianze dell'epoca: all'entrata del teatro, infatti, allestiremo uno spazio con i documenti risalenti al periodo della seconda guerra mondiale. Si tratta di copie derivanti dalle originali conservate nell'archivio di Stato di Frosinone, ente che, mediante la disponibilità e la professionalità del proprio personale, ha ospitato più volte gli incontri didattici nell'ambito del progetto "Racconta la guerra". Gli spettatori potranno così visionare da vicino le carte che testimoniano lo strazio e l'orrore subiti dalle nostre donne, vittime sacrificali - al pari di un territorio dilaniato dalle bombe prima, e dalla speculazione edilizia e dall'inquinamento poi - sull'altare del dio della guerra".






Ninetta e le altre - le marocchinate del '44


Teatro Due Roma - teatro d’essai
vicolo Due Macelli 37, Roma
Tel. 06/6788259


25, 26 febbraio ore 21.00
27 febbraio ore 18.00


Biglietto: 12 euro
Ridotto: 10 euro

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