mercoledì 26 gennaio 2011

I’M MATA HARI laboratorio di narrazione, con il corpo e con la voce a cura di Matteo Garattoni e Marco Alì



I’M MATA HARI
laboratorio di narrazione, con il corpo e con la voce
a cura di Matteo Garattoni e Marco Alì


Il nome della danzatrice e spia significa Occhio del giorno, alba.
E’ questo un momento di verità del corpo, che dorma o balli senza coscienza, o come automa o zombie o sicario o vada verso un letto. “Verità del corpo”, quando non si atteggia: questo un senso del lavoro, la dimostrazione fisica dall’ascolto di un “senza veli” interiore, niente trucco niente inganno.
Mata Hari dagli amanti che non si contano, spia che faceva il doppio, triplo gioco: lavoriamo sulle nostre “finzioni”, posture ed imposture del quotidiano. E all’opposto, cerchiamo di raccontare ciò che è più vero, “segreto”.



Mata Hari interpretava una presunta danza giavanese, poco filologica, molto personale. Veri orientalisti l’avrebbero sbugiardata, ma il pubblico ne era incantato.
Stesso percorso nel laboratorio: ricerchiamo il nostro modo di muoverci, le nostre danze antiche di secoli, e nella finzione che è il “teatro” ci crediamo / ci credono di brutto.




Spazio Indue - vicolo Broglio 1/F


quando: domenica, ore 20.30 - 22.30
prima lezione: domenica 23 gennaio 2011
costo: 38 euro al mese



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